
DISTURBI D’ANSIA
Cos’è l’ansia? L’ansia è un’emozione universale che ha una funzione evolutiva e protettiva perché è utile per preservare la specie umana. Per queste caratteristiche non è di per sé inadeguato provarla, ma si tratta di un’emozione di base che comporta uno stato di attivazione dell’organismo, reazioni cognitive e comportamentali quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. L’ansia appropriata, o la prudenza, ti dà il controllo dei tuoi sentimenti e ti aiuta a gestire le situazioni pericolose o difficili in modo efficiente.
Quando è considerata patologica? L’ansia appropriata preserva la vita. A volte, però, spesso e volentieri può essere inappropriata, ovvero distruttiva e contraria agli interessi individuali. L’ansia inappropriata, o il panico, in genere fa l’opposto: ti fa perdere il controllo di te stesso, e di conseguenza reagisci malamente, a volte in modo disastroso, di fronte ai rischi e ai problemi che incontri. Un ansia patologica, inappropriata, assume la forma si panico, terrore, orrore, fobie, tremori, soffocamento, annebbiamento mentale e ogni tipo di disturbo fisico o psicosomatico che, certo, ti avvisa di possibili pericoli, ma molto spesso interferisce con una loro adeguata gestione.
Le componenti dell’ansia. L’ansia è caratterizzata da quattro diverse componenti (Seligman, Walker & Rosenha, 2001):
-
COMPONENTE COGNITIVA: è caratterizzata da pensieri che si fanno in merito alla situazione e a se stessi nella situazione.
-
COMPONENTE EMOTIVA: il vissuto tipico dell’ansia è quello della paura, del terrore o del panico associati a manifestazioni somatiche.
-
COMPONENTE SOMATICA: comprende le manifestazioni fisiologiche legate all’attivazione ansiosa.
-
COMPONENTE COMPORTAMENTALE: sono messi in atto comportamenti volontari e involontari finalizzati alla fuga e all’evitamento della minaccia. L’evitamento è disfunzionale: ha benefici nel breve periodo (rinforzando il comportamento stesso) ma nel lungo periodo arreca danni alla persona, si restringono sempre più le attività di vita e il benessere della persona.
Vediamo un breve schema riassuntivo:

La tabella seguente, mostra alcune situazioni per cui si può provare ansia. Non è un elenco esaustivo ed è possibile provare ansia anche per situazioni insolite che non generano questo tipo di reazione nella maggior parte delle persone.

Quali sono i disturbi d’ansia? I disturbi d’ansia sono molto frequenti e costituiscono i disturbi psicologici maggiormente diffusi.
Il DSM-V (Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali) comprende e definisce i seguenti disturbi d’ansia:
-
Disturbo d’ansia da separazione
-
Mutismo selettivo
-
Fobia specifica
-
Disturbo d’ansia sociale
-
Agorafobia
-
Disturbo d’ansia generalizzato
-
Disturbo d’ansia da condizione medica
-
Disturbo d’ansia specifico
-
Disturbo d’ansia non altrimenti specificato
Trattamento. La psicoterapia cognitivo comportamentale si è affermata nella comunità scientifica come la strategia di prima scelta nella cura dell’ansia e i suoi disturbi. Attraverso la Schema Therapy (terapia cognitiva comportamentale di terza generazione) è possibile comprendere e trattare le esperienze che hanno concorso a generare uno schema di vulnerabilità al pericolo tale per cui l’individuo interpreta in modo disfunzionale ed esagerato una situazione. Accanto a questo lavoro sulle origini, si applica la terapia cognitiva-comportamentale standard (seconda generazione) che può aiutare nel qui e ora la persona a rafforzare pensieri idonei e adattivi alle situazioni in modo da rispondere in maniera funzionale ed emotivamente congrua. L’obiettivo è quello di liberare la persona dal sintomo lavorando su due linee temporali: nel passato e nel presente.
Fonti:
American Psychiatric Association (2013), Diagnostic and statistical manual of mental disorder: DSM-5. Arligton. (trad. it. Manuale diagnostico dei disturbi mentali (5a ed.): DSM-5. Raffaello Cortina, Milano, 2014.
Ellis, A. (2013). Che ansia! Come controllarla prima che lei controlli te. Trento: Edizioni Erickson.
Greenberger, D. & Padesky, C.A. (1998). Penso, dunque mi sento meglio. Trento: Edizioni Erickson.